Uno dei termometri utilizzati dagli esperti per monitorare la salute finanziaria di un Paese è rappresentato dagli indici di borsa. Gli indici di borsa sono degli indicatori elaborati artificialmente che incorporano un paniere di titoli azionari. Nel nostro Paese l’indice di borsa si chiama FTSE MIB e comprende ben 40 società. Anche se si tratta di un termine tecnico, non serve essere degli appassionati di finanza per averlo sentito nei notiziari televisivi, specialmente in presenza di turbolenze sui mercati finanziari. Andiamo dunque a scoprire cos’è il FTSE MIB, come è composto, qual è stato il suo andamento recente e in che modo si può investire.
Cos’è l’Indice FTSE MIB
Il nome FTSE MIB è un acronimo con il quale si fa riferimento al Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa e rappresenta il principale indicatore dell’andamento dei prezzi della Borsa Italiana, con un paniere di 40 società tra le più rilevanti per capitalizzazione di mercato.
Sebbene non sia l’unico indice di borsa in Italia (gli altri sono il FTSE Italia All Share, il FTSE Italia Star o il FTSE Italia Mid Cap), viene considerato il vero punto di riferimento perché fornisce un quadro più completo dell’andamento della borsa, grazie alla presenza di società con la capitalizzazione di mercato più alta, e quindi con un peso specifico maggiore. Un incremento del valore di mercato dell’indice FTSE MIB significa che il valore aggregato e ponderato dei 40 titoli quotati è stato positivo. In caso di discesa, ovviamente vale il discorso contrario.
Trattandosi di un indice aggregato, non bisogna fare l’errore di pensare che se l’indice FTSE MIB sale, anche tutti i suoi componenti salgono: é possibile che uno specifico titolo si comporti in modo anticiclico rispetto al trend dell’indice di cui fa parte.
Società Incluse nell’Indice FTSE MIB
Sono quasi 500 le società quotate a Piazza Affari, eppure solo un gruppo ristretto di queste fa parte del FTSE MIB. Questo è un dato che fa abbastanza riflettere sulla natura elitaria di questo indice e, se vogliamo, sulla sua dinamicità: considerando la capitalizzazione di mercato come parametro di ingresso, a nessuna società è preclusa l’entrata nel paniere.
Un importante vincolo riguarda il limite di concentrazione: nessuna società può rappresentare una quota superiore al 15% dell’indice. Si tratta di una scelta logica, stabilita allo scopo di evitare che un solo titolo possa influenzare in modo importante l’andamento dell’indice.
Il FTSE MIB viene rivisto nei suoi componenti ogni 3 mesi, ma sono previste anche delle revisioni straordinarie, specialmente in caso di fusioni o di delisting (ossia quando una società viene revocata dalle negoziazioni di una borsa).
Le maggiori società per capitalizzazione di borsa comprese nel FTSE MIB sono:
- Enel (capitalizzazione 68,18 miliardi di euro)
- Intesa San Paolo (capitalizzazione 48,63 miliardi di euro)
- Eni (capitalizzazione 48,56 miliardi di euro)
- Ferrari (capitalizzazione 38,98 miliardi di euro)
- STMicroelectronics (capitalizzazione 35,65miliardi di euro)
- Unicredit (capitalizzazione 29,99 miliardi di euro)
- Assicurazioni Generali (capitalizzazione 28,32 miliardi di euro)
- EXOR (capitalizzazione 17,79 miliardi di euro)
- Terna (capitalizzazione 14,32 miliardi di euro)
- Atlantia (capitalizzazione 13,64 miliardi di euro)
- Campari (capitalizzazione 12,70 miliardi di euro)
- Telecom Italia (capitalizzazione 8,59 miliardi di euro)

Grafico e Quotazione
Un aspetto che è importante studiare prima di valutare l’investimento in titoli azionari riguarda l’analisi grafica. Si tratta nello specifico di uno studio incentrato sull’osservazione dei grafici, per l’appunto, ed è molto utilizzato da gran parte dei trader. Attraverso questa analisi è possibile giungere a conclusioni e previsioni attendibili riguarda all’andamento futuro dell’indice FTSE MIB.
Da un punto di vista prettamente grafico, è possibile osservare che il valore di un qualsiasi indice varia in continuazione (seppure sia uno strumento meno volatile rispetto al singolo titolo azionario). L’andamento del FTSE MIB negli ultimi 12 mesi ha visto una performance pari al 21,08%, beneficiando dell’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi a febbraio 2021, che ha trasmesso positività e ottimismo ai mercati finanziari.
Come Comprare Azioni FTSE MIB
Il motivo per cui la stragrande maggioranza degli investitori in Italia si focalizza sui titoli inclusi nell’indice FTSE MIB è essenzialmente duplice. In primo luogo, tali titoli presentano un volume di transazioni giornaliero molto alto; in secondo luogo, trattandosi di un indice molto selettivo, include società molto solide. Per queste ragioni le azioni dell’indice FTSE MIB vengono negoziate da varie tipologie di investitori: sia da chi vuole sfruttare i disallineamenti di breve periodo, sia da chi intende adottare un approccio da cassettista.
Prima di negoziare azioni del FTSE MIB è importante valutare quali sono i broker più affidabili e regolamentati. Una delle soluzioni più valide è rappresentata dal broker eToro, una piattaforma online che consente di fare trading su CFD azionari di Borsa Italiana, sfruttando commissioni assai più competitive rispetto a quelle previste da un istituto bancario. Grazie a eToro si può scegliere tra tutti e 40 i titoli del FTSE MIB, sfruttando la possibilità di cominciare da un conto demo per accumulare esperienza oppure di rivolgersi al CopyTrading per copiare le strategie di trader veterani.
Previsioni per il Futuro: Opportunità e Rischi
Alla luce di quanto si è analizzato, sorge spontanea una domanda: conviene oggi investire nel FTSE MIB? La risposta non è così banale. L’indice FTSE MIB ha attraversato una fase particolarmente delicata (come del resto tutti gli indici di borsa mondiali) durante prima fase della pandemia a marzo 2020, che ha fatto registrare un’ondata di vendite importante. La situazione si è poi gradualmente calmata, fino a portare ad una fase di rialzo che è coincisa con la caduta del Governo Conte e l’arrivo del Governo Draghi.
Ad oggi investire in azioni FTSE MIB in ottica di medio-lungo termine potrebbe rappresentare una scelta ragionevole, anche se è importante non trascurare la presenza di alcuni variabili, come l’aumento dell’inflazione, l’arrivo di nuove varianti e il conseguente timore per l’adozione di nuove misure restrittive.