La pandemia ha messo a dura prova l’intero sistema bancario mondiale. Le banche europee, nel loro complesso, e quelle italiane in particolare, hanno reagito bene. Lo stato di salute del sistema va progressivamente migliorando, considerando anche gli strascichi che si portava dietro dall’ultima crisi economica. Ma occorre scendere un po’ più nel dettaglio del funzionamento del sistema bancario per valutare quali siano, oggi, le banche italiane più forti.
Uno dei modi più efficaci per mettere alla prova le capacità di tenuta di un istituto di credito è quello di sottoporlo a un test, a una simulazione tesa a far emergere gli eventuali punti deboli. Spetta all’Autorità Bancaria Europea (EBA), sotto la sorveglianza della Banca Centrale Europea (BCE), effettuare degli stress test rivolti alle principali banche europee. Tali test mettono in atto degli scenari economici ipotetici, in modo da misurare la capacità delle banche di fronteggiare e superare anche le circostanze di mercato più sfavorevoli. Nell’ultima simulazione sono stati coinvolti circa cinquanta istituti di credito europei e sono state comprese alcune delle maggiori banche italiane. Scopriamo quali hanno superato il test.
I Fattori Presi in Esame
L’Unione Europea ha adottato meccanismi di politica monetaria espansiva per cercare di contenere e arginare il più possibile una seria deriva economica. Per analizzare e comprendere la solidità di azioni e bond di una singola banca e il suo livello di solvibilità, il parametro che occorre prendere in considerazione è il CET1 Ratio. Tale parametro è rintracciabile all’interno dei bilanci periodici pubblicati dagli istituto di credito.
Come si evince dai rapporti dell’autorità bancaria, a differenza delle precedenti crisi economiche, le banche europee hanno affrontato quella attuale con maggiore decisione. Infatti, negli ultimi mesi del 2020, il coefficiente patrimoniale CET 1 era salito al 15%. Nello scenario di base dello stress test, questa voce si rafforzerebbe ulteriormente, portandosi al 15,8% al termine del periodo considerato (vale a dire il 2023). Nello scenario più avverso, invece, si verificherebbero pesanti ricadute che indurrebbero un calo significativo del CET1, portandolo al 10,2%.
Cos’è il CET1 Ratio
Monitorato dalla Banca Centrale Europea, il CET1 Ratio è il parametro che viene più utilizzato dalla BCE per valutare e verificare la solidità delle banche soggette a tale controllo. Del resto, è questo che i clienti sono interessati a conoscere: la capacità di un istituto di credito di resistere agli urti, anche se inattesi, garantendo la solvibilità. Questo indice è la misura del capitale proprio a disposizione di un istituto di credito ed è stato introdotto a partire dal 2014 come mezzo per proteggere il sistema dalle crisi finanziarie.
Il CET1 Ratio (Common Equity Tier1 Ratio) viene definito dal rapporto tra il capitale ordinario versato di cui la banca dispone e le sue attività, ponderate per il grado di rischio che comportano. Differente è il concetto di CET1 con cui ci si riferisce alla componente primaria del capitale di una banca ed è composto dagli utili non distribuiti e dalle riserve al netto dell’avviamento, dalle azioni ordinarie e dalle azioni privilegiate (Preferred Stock).
Le disposizioni date dalla BCE sono molto chiare: il CET1 Ratio di una banca deve rimanere sempre al di sopra della soglia dell’ 8%; più tale parametro è alto, maggiore sarà la solidità della banca. Una banca comincia ad essere considerata in sofferenza quando il Cet1 Ratio si aggira intorno al 10%. Qualora il CET1 Ratio di un qualunque istituto di credito dovesse scendere al di sotto della soglia minima, la banca interessata sarà costretta a intervenire attraverso il rafforzamento del proprio patrimonio per scongiurare l’eventuale amministrazione straordinaria o, peggio, per evitare di vedersi costretta al bail-in, cioè al prelievo forzato della liquidità dai conti dei suoi correntisti.
Come già anticipato, tale indice viene fornito direttamente dagli istituti di credito nelle comunicazioni di bilancio trimestrali, semestrali o annuali ed è fondamentale indicare questo parametro per far conoscere il proprio rating.

Le Migliori Banche Italiane per Cet1 Ratio
Nei primi mesi dello scorso anno, grazie ad un’analisi della BCE, è chiara l’inversione di rotta in quanto, almeno a livello generale, gli istituti di credito sembrano essersi scrollati di dosso i problemi che maggiormente preoccupavano il settore, ovvero la mancanza di liquidità. Per quello che riguarda le banche italiane, quelle che hanno reagito meglio allo stress test sono: Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit e BMP.
Mediobanca
Questa è la banca che ha dato garanzie migliori. Analizzando i dati, le dinamiche sembrano essere in linea con la media europea: dall’ultimo stress test risulta che il coefficiente patrimoniale CET1 fully loaded ratio passerebbe dal 14,51% di fine 2020, al 10,09% a fine 2022 e al 9,73% a fine 2023.
Intesa Sanpaolo
Anche Intesa Sanpaolo supera lo stress test con risultati simili, ossia con un calo del coefficiente patrimoniale Cet1 fully loaded in linea con la media generale: dal 14,04% di fine 2020, al 9,38% a fine 2023.
Unicredit
Nello stress test UniCredit subisce un calo maggiore, ma solo in virtù di un punto di partenza di più alto. Il suo Cet1 radio risulta al 15,14% nel 2020, e arriverebbe allo 9,22% a fine 2023.
Banco BPM
Discrete le performance di BMP che da un Cet1 fullu loaded del 13,23% a fine 2020 secondo i calcoli dell’EBA, arriverebbe al 7,01% a fine 2023. Si tratta della prima tra le banche finora analizzate che, nel peggiore degli scenari analizzati, scenderebbe sotto la soglia del 7%.
Considerazioni Finali
Se si guarda al quadro d’insieme, al termine dello stress test, le 50 banche europee analizzate avrebbero un CET1 fully loaded che varia dal 15% di fine 2020 al 10,2% di fine 2023. Anche nell’eventualità di uno scenario Covid prolungato, quindi, il sistema dovrebbe garantire la tenuta.
Per quel che riguarda la valutazione sulle banche italiane più sicure, può essere utile ragionare esattamente come per qualsiasi altra azienda. Al fine di leggere e comprendere lo stato di salute di un ente finanziario, uno dei parametri più importanti da prendere in considerazione è il livello di patrimonializzazione.