Anche in Italia, così come succede da qualche tempo in molti altri Paesi dell’Unione Europea, l’ingresso ai cittadini di Paesi terzi che vogliono venire a lavorare da remoto sul territorio nazionale, sarà agevolato e snellito in maniera importante rispetto all’iter burocratico. La legge si riferisce soprattutto a professionisti specializzati provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione Europea, che lavorano da remoto per le loro imprese, ruolo che evidentemente richiede una determinata preparazione: i cosiddetti nomadi digitali.
Chi è un Nomade Digitale?
Un nomade digitale è un lavoratore che, grazie alle nuove tecnologie e alle possibilità offerte dal mondo del web, lavora senza essere legato ad una sede fisica. Può svolgere indistintamente lavori autonomi (come per esempio i blogger o i liberi professionisti del web), oppure lavorare per un’azienda da remoto. Questa nuova possibilità di lavoro, inesistente prima dell’avvento di internet, permette di lavorare ma, allo stesso tempo, di condurre uno stile di vita, appunto, nomade.
Gestire la propria vita ed il proprio lavoro in totale autonomia, infatti, slegandosi dagli orari di ufficio e dagli ambienti di lavoro, è la vera novità di questo nuovo modo di lavorare. L’Associazione Italiana Nomadi Digitali, a tal proposito, punta a pubblicizzare la cultura del lavoro da remoto nel nostro Paese, giocando soprattutto la carta della quantità dei monumenti e dei centri storici e della varietà del territorio nazionale, comprensivo di mare e montagne a pochi chilometri di distanza, unico nel suo genere.
Nel 2021 è stato redatto un primo rapporto sul Nomadismo Digitale, da cui è emerso che il 64% dei nomadi digitali ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, che la gran parte di essi è laureata e che la percentuale di lavoratori autonomi sia nettamente maggiore a quella dei lavoratori dipendenti che lavorano da remoto.
Visto d’Ingresso della Durata di Un Anno
La modifica della legge sostanzialmente prevede che un lavoratore autonomo o un dipendente da remoto (i nomadi digitali, appunto) che voglia venire a svolgere il suo ruolo in Italia (anche per aziende non italiane) avrà bisogno solamente del visto d’ingresso, che si differenzia in base alle varie categorie lavorative ma che, comunque, non può durare più di 12 mesi.
Questa agevolazione ha principalmente lo scopo di rendere l’Italia, di per se già affascinante , una meta ancora più appetibile per lavoratori specializzati di tutti i settori. L’obiettivo è quello di permettere a questi professionisti di entrare in Italia bypassando le quote annuali riguardanti il decreto flussi, attualmente pari a 69.700 unità (42mila esclusivamente per quanto riguarda i lavori stagionali).
Requisiti Necessari
Gli obblighi riguardanti i lavoratori che verranno in Italia saranno:
- l’attivazione di una assicurazione sanitaria in grado di coprire ogni tipo di rischio;
- avere un reddito dimostrabile sufficiente;
- avere la fedina penale pulita;
- far fronte agli obblighi fiscali e contributivi previsti dalla legislazione italiana.

Snellimento delle Pratiche Burocratiche
Il cambiamento principale apportato da questa legge (articolo 6-quinquies della Legge 28 marzo 2022 numero 25, il quale prevede una modifica al T.U. sull’Immigrazione, art. 27, D.Lgs. n. 286/1998) è l’annullamento del nulla osta, utilizzato sempre in caso di ingressi nel Paese per scopi lavorativi.
Il rilascio del permesso di soggiorno della durata di un anno, la soglia minima di reddito, l’eventuale verifica della veridicità dell’attività lavorativa e qualsiasi altro dettaglio utile riguardante le esigenze specifiche dei vari settori lavorativi (compresi i nomadi digitali che avranno un’identità giuridica definita, al pari delle altre categorie lavorative), sono tutti parametri che andranno ad influire sul rilascio e sul successivo monitoraggio del visto e saranno definiti per mezzo di un decreto interministeriale (Ministero dell’Interno, del Lavoro, degli Affari Esteri e del Turismo).
Miglioramento dell’Efficienza Lavorativa Nazionale
Lo snellimento delle pratiche burocratiche dovrebbe, secondo i piani dei legislatori del decreto legge Sostegni Ter, portare all’ingresso di un maggior numero di talenti e professionisti specializzati nel nostro Paese (soprattutto per quanto riguarda i lavori di ultima generazione legati al mondo del web come, per esempio, programmatori web, specialisti di digital marketing, scrittori, blogger, traduttori o graphic designer). Questo nell’ottica che all’occorrenza, questi professionisti possano anche collaborare con le aziende italiane da remoto, in modo da migliorare produttività ed efficienza lavorativa nazionale.
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