Tra i vari argomenti al vaglio del governo, si sta ultimamente dibattendo anche il nodo delle pensioni, con una serie di opzioni che potrebbero accontentare i sindacati che richiedono maggiore tutela e un’attenzione diversa per la previdenza sociale. La data clou sarà il prossimo 7 febbraio, quando potrebbero essere prese delle decisioni concrete durante la prima verifica politica.
Le categorie maggiormente penalizzate quando si parla di futuro pensionistico sono certamente i giovani e le donne con figli, che spesso operano nel settore lavorativo in maniera del tutto discontinua e non riescono ad accumulare i contributi utili a garantirsi una vecchiaia sicura. Vediamo nel dettaglio quali sono le misure sul tavolo decisionale e come potrebbero intervenire sulla speranza di un futuro economicamente più sereno per le categorie prive di sicurezza economica.
Quali Sono le Misure in Esame
Se per alcuni giovani non sarà ad oggi possibile godere di una pensione soddisfacente, essendo il mercato del lavoro caratterizzato in questo preciso momento storico solo da lavori saltuari, il governo ha pensato di inserire un bonus virtuale che vada a integrare i fondi mancanti, utilizzando nel conteggio anche il periodo relativo alla formazione e alla disoccupazione. Se infatti molti ragazzi decidono di investire nella carriera universitaria per assicurarsi un futuro migliore, sarà forse possibile vedere riconosciuto questo sforzo anche dal punto di vista economico, andando ad accumulare somme di denaro come se si stesse svolgendo un lavoro con regolare contratto.
I sindacati sono al lavoro per agevolare anche la categoria delle giovani madri, spesso penalizzate nella loro professione o incapaci di trovare un impiego dopo aver partorito. Purtroppo sono all’ordine del giorno le notizie circa licenziamenti ingiustificati legati alla maternità e all’impossibilità della donna di ottemperare per alcuni mesi alle proprie mansioni.
Per far fronte alla diminuzione dello stipendio e a eventi di questo tipo si è pensato di richiedere un contributo mensile della durata di 12 mesi per ogni figlio, in modo da coprire una fascia temporale piuttosto ampia con il sussidio dello stato. Lo scopo è cercare di integrare e, dove necessario, modificare la legge Fornero prima del Def previsto per aprile, in attesa di poter attuare una manovra più sostanziosa in autunno, quando sarà possibile intervenire in maniera più organica una volta finita la quota 102.
Purtroppo non parliamo di misure immediatamente attuabili, ma previste per gennaio 2023. Tuttavia Draghi e le maggiori sigle sindacali sono già a lavoro da diverso tempo e dopo l’incontro del 3 febbraio si troveranno nuovamente il 7 per ulteriori analisi, portando ognuno i propri elementi di discussione.

I Giovani e la Pensione: una Questione Spinosa
Accreditate statistiche hanno avuto modo di prevedere che, se la situazione dovesse rimanere la medesima, tra qualche anno non si potrà andare in pensione prima dei 70 anni e ci saranno molti individui al di sotto della soglia di povertà, per non aver potuto accumulare nel tempo la giusta quantità di contributi per godere di una pensione consistente. Pertanto si sta cercando una soluzione paracadute per tutti quei giovani che oggi vivono nella precarietà e non sanno quando potranno contare su entrate fisse e soprattutto regolari.
L’idea è quella di un bonus virtuale che elimini i buchi dovuti alla discontinuità lavorativa e crei un percorso più continuo nel tempo. Questo potrebbe garantire 1,5-1,6 anni di contributi ogni anno di lavoro, coprendo quindi anche la formazione, la disoccupazione o i periodi in cui ci si è occupati di familiari con difficoltà.
Nonostante Cisl e UIL spingano notevolmente per questa soluzione, il ministero dell’economia si mantiene piuttosto cauto, poiché i costi di una misura di questo genere potrebbero essere troppo ingenti da sostenere, soprattutto in un periodo storico come quello che si sta attraversando.
La Maternità Coperta con un Bonus e Età Pensionabile
Le difficoltà delle neomamme potrebbero trovare quindi una risoluzione in un bonus garantito nel periodo di allontanamento dal lavoro. In tal senso verrebbe fornito un assegno virtuale che andrebbe a coprire i versamenti per i primi 12 mesi di vita del piccolo, ripetendo questa soluzione per ogni neonato.
La tutela delle donne che lavorano è a cuore dei sindacati ma si tratta comunque di un argomento spinoso per la difficoltà di reperire i giusti fondi. La flessibilità in uscita è infatti ai minimi storici, soprattutto perché la situazione economica è attualmente precaria e in continua evoluzione, legata alla risoluzione della pandemia e alle tempistiche.
I sindacati non mollano la presa e ritengono che l’età pensionabile dovrebbe poter essere anticipata anche a 62 o 63 anni oppure dopo aver versato 41 anni di contributi, ritenendola una cifra congrua ed evitando così il sistema misto. Tuttavia l’attuale governo è molto attento alla possibile solvibilità delle sue tasche e non vuole fare il passo più lungo della gamba, promettendo uscite che poi non è possibile mantenere e che bisognerebbe far slittare per mancanza di fondi da immettere.