Rinegoziazione Mutuo Causa Covid: Come Effettuarlo nella Stessa Banca

La pandemia dovuta al Covid rende talvolta necessario ricorrere alla possibilità di rivedere i termini del mutuo stipulato in tempi di stabilità economica. Inevitabilmente le risorse finanziarie sono stata intaccate, per alcuni in modo considerevole tanto da trovarsi in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’importo rateale del mutuo stipulato.

Le soluzioni disponibili

Il legislatore italiano prevede la possibilità di rinegoziazione delle condizioni contrattuali qualora sia il risultato del consenso condiviso delle parti. Per definizione, la rinegoziazione risulta essere una modifica ovvero revisione dell’accordo negoziale stipulato originariamente. Può avvenire sia nel caso in cui la capacità di pagamento di colui che è titolare del mutuo aumenti che in caso contrario ossia qualora a causa di spese per il sostentamento personale e della propria famiglia sia necessario diminuire l’importo mensile della rata. Questo secondo caso è quanto verificatosi nella panoramica pandemica e che persiste anche attualmente.

Indipendentemente dalla natura e dalla causale della motivazione del mutuatario per ricorrere a tale possibilità, dovrà farlo mediante la compilazione di un apposito modulo, definito scrittura privata, e conseguente consegna presso gli uffici dell’istituto bancario concedente la somma a titolo di mutuo. Nella richiesta dovranno essere indicate le esigenze che lo spingono a portare a conoscenza la banca della volontà di rinegoziare così come le aspettative alla luce dell’evoluzione del mercato economico e finanziario. Nel 2019 fu introdotta una norma per agevolare i cittadini che non riuscivano a pagare le rate del proprio mutuo, per consentire loro la rinegoziazione con la loro banca; si tratta dell’art.41 bis del D.L. 124/2019, che fu previsto eccezionalmente e in via del tutto straordinaria per il debitore moroso che abbia affrontato una procedura pignoratizia immobiliare sull’immobile adibito ad abitazione principale nell’arco temporale tra il 1/01/2010 ed il 30/06/2019.

Con l’emergenza Covid tale disposizione è stata prorogata in modo da permettere al titolare del mutuo moroso di domandare fino al 31 dicembre 2021 un’istanza di rinegoziazione all’ente concedente il finanziamento solo se ricorrano congiuntamente tre requisiti: nella procedura pignoratizia vi sia solo il creditore procedente, sia stato almeno il dieci percento dell’importo del mutuo al momento della richiesta di rinegoziazione e che non si tratti di mutui superiori alla somma di 250.000 euro. Il debitore moroso potrà nella rinegoziazione utilizzare la garanzia prevista dal Fondo di garanzia prima casa fino alla metà della somma oggetto di rivalutazione.

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Rinegoziazione mutuo Covid

Cosa è suscettibile di rinegoziazione

Si deve precisare che tale strumento non comporta la stipula di un nuovo contratto ma la modifica di determinate clausole contrattuali. Per delucidare al meglio il tema si pone l’esempio della rinegoziazione della tipologia di mutuo che da tasso fisso potrebbe divenire a tasso variabile oppure la modifica della dilazione temporale della restituzione della somma con un allungamento della durata del mutuo e quindi una riduzione della somma da versare mensilmente.

Affinché avvenga la rinegoziazione, come detto nelle prime righe, vista la natura privata del contratto, è necessario il consenso sia del mutuatario che della banca poiché in tal caso non è concepibile una modifica unilaterale delle condizioni originali contrattuali. Normalmente gli istituti bancari tendono ad accordare la rinegoziazione per due motivi: il primo consiste nella situazione di difficoltà che riguarda se stessi e la propria famiglia tale che potrebbe non riuscire a pagare le rate per poter provvedere al proprio mantenimento ed il secondo caso si concretizza qualora vi sia il rischio per la banca di perdere un buon cliente in vista di offerte più allettanti da parte di istituti concorrenti.

Quando richiederla

Non c’è un termine preciso entro il quale richiedere la rinegoziazione. Tale previsione è posta a vantaggio della parte contrattualmente più debole, per permetterle di porsi in equilibrio rispetto alla banca in caso di potenziale insolvenza incombente. Si può richiedere in qualunque momento, il che risulta essere estremamente favorevole in questo periodo di disagio economico generale dovuto dalla crisi causata dal Covid. Lo stesso discorso vige per il numero di volte per richiedere ed ottenere la rinegoziazione.

Non è però vincolante per la banca accettarla e ciò implica che tranne casi eccezionali espressamente previsti dalla legge, come quelli della L. 108/1996, tenderà a venire incontro al proprio cliente ma salvaguardando comunque i propri interessi. Così come è prevedibile che la banca rifiuti domande proposte in tempi ravvicinati, perché ritenute non meritevoli di seria e professionale considerazione. Il discorso vige per il caso in cui ad esempio si richieda con insistenza la rinegoziazione della tipologia di tasso d’interesse ma se si trattasse di richieste differenti allora potrebbero anche essere accordate dall’ente creditore.

Quanto costa la rinegoziazione presso la stessa banca

La risposta più appropriata è che dipende dalla politica della banca in questione. Di solito è sufficiente una scrittura privata, gratuita, ma in altri casi la banca potrebbe richiedere un atto dotato di fede pubblica, ovvero proveniente da un notaio che ovviamente comporta dei costi ingenti. Solitamente si tende ad avere un occhio di riguardo per i propri clienti, soprattutto se rientranti nella categoria dei cosiddetti buoni pagatori, quindi si ritiene che in periodo di crisi Covid tendano a far rimanere i propri clienti e scendendo a compromessi il più possibile per superare al meglio qualunque momento di difficoltà.

D’altronde quando si sceglie la banca alla quale affidare i propri risparmi, ovvero investire o stipulare finanziamenti per i propri obiettivi, si opta per quella che genera più fiducia e che si impegna a mantenere la fidelizzazione del cliente oltre le aspettative. Nel caso in cui non sussistano le condizioni per poter avere un occhio di riguardo in momenti di bisogno, si consiglia di prendere in considerazione l’ipotesi di rivolgersi ad un’altra banca.

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