Uno degli strumenti posti a disposizione di chi vuole acquistare la prima casa è il mutuo. Quest’ultimo è uno degli strumenti offerti dagli istituti bancari per agevolare i propri clienti nel trasferimento di proprietà dell’immobile desiderato. Consiste essenzialmente in una modalità di finanziamento grazie alla concessione di somme ingenti di denaro sotto forma di credito da parte della banca, richiedendo come garanzia da istituire su un bene immobile. Si tratta di una tipologia di contratto rateale che si protrae nel tempo, rientrando nei cosiddetti contratti a lungo termine.
Tasso fisso o variabile? Ecco quale conviene oggi
Vi sono diverse tipologie di tasso d’interesse. Le categorie maggiormente conosciute sono il tasso fisso e quello variabile nonché entrambi hanno un’incidenza di particolare rilevanza nelle operazioni di stipula dei mutui ipotecari, soprattutto grazie al loro mutamento nel tempo. Il mutuo a tasso fisso si basa sul valore del parametro sancito dall’Euris, il quale si stabilisce in base al mutamento di alcune componenti derivate che si ripercuotono sui tassi, valente di conseguenza per i singoli istituti bancari; quello a tasso variabile, invece, segue i valori predisposti periodicamente dalla Banca centrale europea ossia l’Euribor, ovvero il valore medio delle operazioni finanziarie intercorrenti tra i principali istituti di credito della comunità europea ed il tasso BCE.
Solitamente il mutuo a tasso variabile è scelto da quei soggetti che godono di una certa stabilità finanziaria tale che permetta loro di poter osare ed approfittare di tassi più vantaggiosi in un determinato periodo; si può affermare che l’aleatorietà intrinseca del rischio non potrebbe intaccare in modo significativo la rispettiva situazione di equilibrio economico. Coloro che hanno, piuttosto, una situazione finanziaria che non permette l’assunzione di rischi derivanti dalla variazione del tasso d’interesse, tenderanno ad optare per la variante che conceda una condizione di tranquillità per tutta la durata del mutuo.

Cosa succede in caso di variazioni del mercato
La domanda che ricorre nelle ipotesi di stipulazione di tale strumento di finanziamento è quasi sempre la stessa ovvero cosa ci si debba attendere dai mutamenti dell’andamento del tasso d’interesse sui mercati finanziari. In primo luogo, si deve delineare una definizione del valore del tasso d’interesse. Lo si può essenzialmente definire come il risultato di un determinato parametro di partenza derivante dall’addizione tra il costo del denaro in un periodo di tempo preso in considerazione ed il valore dello spread applicato dai singoli istituti bancari. Dunque, entrambe le componenti del valore del tasso sono il frutto di strategie bancarie, nel primo caso si tratta dell’indirizzo assunto dalle banche centrali mentre nel secondo delle sue ramificazioni sviluppantesi nelle banche dislocate territorialmente.
Previsioni per l’andamento dei tassi d’interesse
L’incessante evoluzione e flessibilità del mercato, soprattutto vista la situazione attuale di crisi, rende incerto perfino quello che prima del quadro pandemico si dava per scontato. Ciononostante, grazie alle previsioni sulle ipotetiche trasformazioni dei tassi d’interesse negli anni successivi, potrebbe permettere di tutelarsi in qualche modo se si scelga di accendere un mutuo per la prima casa. Nel caso del valore del tasso d’interesse variabile, tendenzialmente si prevede che si prospetti basso e stabile mentre il tasso fisso non permette di effettuare con certezza la stessa considerazione. Nello specifico, quest’ultimo, in considerazione della diminuzione del valore dell’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso conosciuto sotto la sigla IRS, ipoteticamente potrebbe ridursi.
Evoluzione dei tassi d’interesse post-Covid
Come tutti i grandi eventi della storia che hanno influito sul panorama economico, anche il Covid ha lasciato il segno e continua a farlo tutt’oggi. Nessun settore è stato graziato, nemmeno quello finanziario e conseguentemente anche quello dei mutui bancari. Si denota un aumento dei mutui stipulati, anche se va di pari passo ad una diminuzione della richiesta nel mercato immobiliare. La crisi innescata sembra doveroso distinguerla in più fasi: per più di metà del 2020 si è registrato un calo vertiginoso, per poi risalire mediante un processo di lenta ripresa nell’ultimo trimestre. Attenzione però, perché in seguito ad un’analisi dettagliata risulta che la risalita sia dovuta anche alle richieste non evase nel periodo di inizio della pandemia e quindi più che reale ripresa a respirare del mercato sembra un’apparente situazione di miglioramento.
L’anno appena cominciato sarà sicuramente caratterizzato da un atteggiamento degli operatori economici di previsione di tassi assai bassi per invogliare i clienti a stipulare mutui e d’altro canto a permettere al sistema di riprendersi con maggior vigore. Il mercato immobiliare da sempre denotato da un filo d’incertezza nella previsione del suo andamento, ora a maggior ragione, non permette di effettuare previsioni in relazione alla quantità di richieste di mutui che perverranno presso le banche nell’anno corrente. Si è propensi ad ipotizzare che il basso tasso d’interesse, variabile o fisso, renda vantaggioso il mutuo per la prima anche anche un anno dopo la pandemia.