Aprire un Conto Corrente in Svizzera: Procedura e Costi Previsti

Quando pensiamo ai paradisi fiscali probabilmente la Svizzera, nostra vicina, è il primo Paese a venirci in mente. Aprire un conto corrente in Svizzera è per antonomasia garanzia di sicurezza dei propri risparmi, discrezione dell’utente e sofisticatezza dei servizi offerti.

Il sistema bancario svizzero deve la sua fama specialmente alla cultura, a tratti maniacale, di tutela della privacy e certamente ad una buona solidità, dovuta principalmente alla strutturata politica di patrimonializzazione messa in atto dagli istituti di credito. Per quanto attiene alla questione “privacy” la situazione è leggermente cambiata dall’abolizione del segreto bancario, che in precedenza consentiva l’apertura di conti anonimi.

Il segreto bancario è valso infatti alla Svizzera la permanenza per molti anni nella blacklist, fino al 2017, quando è stata siglata la convenzione OCSE sulla trasparenza fiscale, con la quale la Svizzera si impegna a comunicare le informazioni finanziarie e fiscali rilevanti con i Paesi aderenti, al fine di osteggiare attività abusive o fraudolente, distorsive di attività (come quella di aprire un conto corrente all’estero), in re ipsa, perfettamente legali.  Scopriamo più da vicino quali sono i vantaggi di aprire un conto corrente in Svizzera, i costi e le procedure, le regole in materia fiscale e che tipo di istituto si attaglia meglio alle nostre esigenze.

Perché aprire un conto corrente in Svizzera?

Nonostante la recente abolizione del segreto bancario, che indubbiamente costituiva una rilevante fonte d’attrazione, depositare i propri risparmi in Svizzera è ancora oggi un’operazione piuttosto appetibile. I vantaggi sono innumerevoli e sono legati soprattutto alla stabilità e patrimonializzazione delle banche svizzere, nonché alla solidità del franco svizzero che protegge i capitali dall’erosione inflattiva. Aprire un conto corrente in Svizzera significa ridimensionare il rischio connesso al default del sistema finanziario nazionale o alla perdita di valore dei titoli. Ipotesi certamente non remote in un Paese come l’Italia, con una patrimonializzazione degli istituti di credito inferiore alla Svizzera e titolare di un consistente debito pubblico che potrebbe essere facilmente declassato dalle agenzie di rating con tutte le conseguenze che ne derivano.

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Aprire un conto corrente in Svizzera

Come aprire un conto in Svizzera

È un’operazione perfettamente legale, i requisiti richiesti sono la maggiore età ed un documento d’identità valido. Il primo step verso l’apertura del conto è lo svolgimento di un colloquio conoscitivo con l’istituto bancario prescelto. Il colloquio è necessario alla banca per accertarsi della sussistenza di una serie di condizioni, per cui verranno rivolte domande circa la provenienza del denaro, dei beni da gestire e sui progetti di investimento futuri. L’identificazione dovrà essere asseverata da un ente accreditato. È opportuno sapere che la banca ha la facoltà di rifiutare l’apertura del conto laddove, ad esempio, rilevi delle irregolarità.

Cosa va dichiarato

Un soggetto che detiene residenza fiscale italiana deve ottemperare a quanto previsto dalla disciplina sul monitoraggio fiscale e sull’IVAFE. È previsto che un soggetto debba dichiarare i conti correnti esteri e gli investimenti finanziari detenuti all’estero. Gli investimenti finanziari esteri devono essere sempre dichiarati nell’apposito quadro RW della dichiarazione, senza esimenti. Per quanto attiene ai conti correnti l’obbligo di monitoraggio fiscale scatta quando il valore massimo di giacenza del conto ha superato i € 15.000,00 nell’anno. Al superamento della soglia il conto corrente estero deve essere dichiarato ai fini del monitoraggio fiscale.

L’IVAFE è l’imposta patrimoniale che si applica sugli investimenti finanziari detenuti all’estero quando la giacenza media annua del conto supera gli € 5.000,00. Il valore dell’IVAFE è fisso di € 34,20. Tale misura va applicata con riferimento a ciascun conto corrente o libretto di risparmio detenuti all’estero dal contribuente. In caso di estinzione o di apertura di tali rapporti in corso d’anno, l’imposta è rapportata al periodo di detenzione espresso in giorni e per i conti cointestati, l’imposta fissa è ripartita in base alla percentuale di possesso. Nel caso in cui il contribuente possieda rapporti cointestati, al fine della determinazione del predetto limite si tiene conto delle somme riferibili pro quota al medesimo contribuente. Infine, se il conto corrente ha una giacenza media annuale di valore negativo, tale conto non concorre a formare il valore medio di giacenza per l’esenzione. Per tutte le attività finanziarie ad esclusione dei conti correnti e dei depositi di risparmio, l’IVAFE si applica con un’aliquota del 2 per mille.

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