Al giorno d’oggi, i pagamenti cashless sono decisamente più diffusi rispetto al ricorso ai contanti. E negli anni venturi, il divario tenderà ad essere ancora maggiore. Il bonifico si dimostra di sicuro la metodologia maggiormente comune per quanto riguarda il trasferimento di denaro. Per ovvi motivi, l’aspetto del bonifico che non viene visto positivamente dalla maggior parte degli utenti risulta strettamente collegato ai tempi di accredito: talvolta, infatti, le attese si rivelano più lunghe del dovuto. In caso di invio di soldi all’estero, la questione risulta particolarmente sentita. Problemi e ritardi rappresentano una minaccia a fronte di urgenze, di scadenze o di imprevisti.
A tal proposito, non di rado, insorge la necessità di chiedere una prova attinente all’avvenuto pagamento. Se in passato c’era il CRO, fondamentale per identificare in modo univoco il bonifico, oggi questo codice è stato sostituito dal TRN. Eccone, pertanto, una panoramica dettagliata: analizzeremo cosa sia il codice TRN, qual è il suo scopo principale e come reperirlo.
Cos’è il codice TRN
Il codice TRN (Transaction Reference Number) fa parte di quegli strumenti impiegati ai fini dell’identificazione dei bonifici bancari. Nello specifico, questo codice ha come scopo primario quello di accertare la correttezza dell’operazione bancaria. É anche grazie alla presenza del codice TRN, infatti, se ogni singola transazione può essere identificata in maniera univoca. Del rilascio di questo codice se ne occupa direttamente l’istituto bancario a cui il diretto interessato si rivolge, durante la disposizione e la presa in carico del bonifico. Tuttavia, per quanto strumento di controllo, volto a comprovare l’avvenuta disposizione della transazione, il codice TRN da solo non basta per verificare il buon fine dell’operazione. A comporre il codice TRN vi sono 30 caratteri alfanumerici.
L’avvento del codice TRN è avvenuto nel 2016, in contemporanea ai bonifici SEPA e in sostituzione del precedente codice CTO (Codice di Riferimento Operazione), a seguito dell’entrata in vigore del circuito europeo SEPA. Sostanzialmente, è possibile asserire che il codice TRN non è altro che la naturale evoluzione del codice CRO.

Come effettuare la verifica del TRN
Il codice TRN è disponibile sia sulla ricevuta sia all’interno della sezione relativa all’elenco dei movimenti. A pagamento ultimato, è opportuno solo procedere alla consultazione della nota di eseguito e degli estremi del bonifico. A quel punto, sarà possibile reperire il codice identificativo.
Bisogna considerare che il codice TRN non è assolutamente collegato al conto corrente dell’ordinante. Sotto questo aspetto, infatti, differisce dal codice IBAN. Il suo scopo è quello di identificare la transazione e, come già evidenziato, il rilascio dall’ordinante al beneficio del bonifico avviene ad opera della banca.
Ai fini della verifica del codice TRN, occorre controllare questi elementi: in primo luogo, la natura alfanumerica del codice, fatto di numeri e lettere. A partire dal sesto al sedicesimo carattere, il codice deve contenere esclusivamente numeri. Nello specifico, la serie che va dal sesto al sedicesimo carattere rappresenta quello che in passato rappresentava quello che in passato componeva il codice CRO. Le ultime due cifre del CRO definiscono il risultato della divisione modulo 13 dei primi 9 numeri; infine, gli ultimi due caratteri del TRN, infine, sono lettere.
In ogni caso, comunque, è possibile sempre e comunque richiedere all’istituto bancario il codice TRN in qualsiasi momento.
Quando è necessario il TRN
In linea di massima, il codice TRN può essere necessario principalmente a fini fiscali. Ad esempio, può essere utile per l’identificazione di un pagamento, dove è prevista una sorta di agevolazione fiscale.