L’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli sulle Partite IVA false, pronta a individuare irregolarità e violazioni fiscali. Questa è una mossa decisa per fronteggiare un fenomeno in crescita: le Partite IVA false o sospettate di frode. In Italia, si stima che oltre mezzo milione di Partite IVA potrebbero essere false, causando un enorme danno alle finanze pubbliche del paese.
Partite IVA false: l’attuazione di nuove normative
Il 16 maggio è stato pubblicato il provvedimento n. 156803 che attua nuove normative relative ai controlli per l’attribuzione di una Partita IVA. È stato anche approvato il modello della polizza fideiussoria, necessaria per l’assegnazione della Partita IVA, ma solo per coloro che hanno già chiuso una precedente Partita IVA. Questa non si applica a coloro che iniziano ex novo un’attività imprenditoriale.
Nel caso in cui un titolare di Partita IVA non dimostri la solidità dell’attività imprenditoriale, l’Agenzia delle Entrate provvederà a cancellare la Partita IVA, oltre ad imporre una sanzione pecuniaria di 3mila euro. Per riaprire la Partita IVA, l’imprenditore dovrà sottoscrivere una polizza fideiussoria bancaria per un importo non inferiore a 50mila euro, della durata di 3 anni.
Partite IVA false: un fenomeno in crescita
Il fenomeno delle Partite IVA false sta crescendo esponenzialmente. Secondo una stima di Unimpresa, il numero delle Partite IVA false è aumentato di oltre 100mila rispetto a un’analisi precedente. L’anno scorso, sono state aperte oltre 500.000 Partite IVA, un calo di oltre 8 punti percentuali rispetto a due anni fa. Si stima che una Partita IVA su 10 potrebbe essere fasulla.
Con i nuovi controlli da parte dell’Amministrazione tributaria, si cerca di prevenire l’aumento delle Partite IVA false sin dalla presentazione dell’apertura e dell’attribuzione della posizione. I controlli mirano a individuare operazioni sospette e a rischio.
Come aprire una Partita IVA correttamente?
Per aprire una Partita IVA, è necessario presentare la dichiarazione di inizio attività, utilizzando il modello AA9/12. Questa procedura può essere svolta autonomamente o tramite un intermediario, come un Dottore Commercialista.
I costi per aprire una Partita IVA sono quasi nulli, esclusi i costi del consulente che assiste nell’apertura e nell’espletamento di tutto l’iter burocratico per regolarizzare la posizione. Durante l’apertura della Partita IVA, è necessario scegliere il Codice Ateco e il regime fiscale. Il Codice ATECO, ovvero la classificazione delle attività economiche adottata dall’Istat per finalità statistiche, è uno degli elementi da definire. Questo codice, sebbene non abbia valore legale, viene utilizzato per la registrazione di una partita IVA presso le Amministrazioni di riferimento come il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e l’Anagrafe Tributaria dell’Agenzia delle Entrate. La versione del Codice ATECO attualmente in vigore è ATECO 2007 aggiornamento 2022.
È sempre consigliabile richiedere una consulenza per evitare errori durante il processo di apertura e per garantire la corretta classificazione dell’attività imprenditoriale. Una corretta apertura di Partita IVA è il primo passo per evitare problemi futuri con l’Agenzia delle Entrate e per contribuire alla trasparenza fiscale in Italia.
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