Quest’anno, in particolare negli ultimi mesi, il nostro Governo ha adottato diverse misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza Covid-19. In particolare è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 110 il Decreto Legge conosciuto come Decreto “Cura Italia”. Il suddetto Decreto si articola di svariati provvedimenti diretti a venire in aiuto e sostenere diversi settori colpiti dall’emergenza di questa improvvisa pandemia.
Nello specifico oggi tratteremo di un’iniziativa a sostegno dell’editoria, il cosiddetto “Bonus Pubblicità”. Tale bonus si presenta come un’agevolazione fiscale per mezzo della quale alcuni soggetti economici potranno usufruire di un credito di imposta per la pubblicità.
Chi riguarda il bonus pubblicità 2020
- Imprese
- Lavoratori autonomi
- Enti non commerciali
Con il Decreto Cura Italia, e successivamente con il Decreto Rilancio, il Governo Italiano ha messo a disposizione di imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali appunto, esclusivamente e unicamente nel 2020, condizioni speciali sul complesso degli investimenti pubblicitari effettuati, è importante ripeterlo, solo nel 2020.
Condizioni
Attenzione, un requisito necessario, previsto dalla legge, è che le emittenti televisive, le radio ed i giornali, sia cartacei sia digitali, che beneficeranno di tali aiuti, per l’acquisto di spazi pubblicitari, debbano essere registrati al Tribunale, il ROC, e devono essere provvisti, questi ultimi, del Direttore Responsabile.
Spese non ammesse
Non sono compresi nell’agevolazione i costi destinati a spazi pubblicitari per televendite di qualsiasi genere, servizi di scommesse, pronostici o giochi con vincite di denaro. Restano scoperte anche le spese per pubblicità fisica, distribuita quindi tramite cartellonistica, affissioni o volantini. In ultimo non sono comprese nemmeno le pubblicità on-line, sui social mediante banner o attraverso spazi Google né quelle veicolate attraverso sale cinematografiche.
Cos’è esattamente e come funziona
Il Bonus Pubblicità è un provvedimento Statale fruibile come credito d’imposta. Questo vuol dire che si tratta di un credito di natura tributaria che si vanta nei confronti dell’Erario. Non stiamo parlando perciò di un finanziamento bensì di un vero e proprio credito che consente, per farla breve, di pagare meno tasse o contributi. In sostanza, il Bonus Pubblicità converte il 50% dei costi pubblicitari sostenuti in credito d’imposta. In questo caso in particolare bisogna servirsene in compensazione sul modello F24. Tale modello F24 è un metodo di pagamento.

Come si calcola e come richiederlo
L’entità del bonus si calcola con il cosiddetto criterio volumetrico, decisamente vantaggioso poiché non si determina sulla sola eccedenza, come fino allo scorso anno ma si stima invece muovendo dal totale dell’investimento pubblicitario effettuato. Secondo il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria “limitatamente all’anno 2020 il credito d’imposta è concesso nella misura unica del 50% del valore degli investimenti effettuati”.
Tale bonus sarà fruibile solo in seguito alla presentazione di richiesta all’Agenzia delle Entrate. È necessario inoltre, come dicevamo prima, compilare il modello di pagamento F24 su cui è anche previsto l’utilizzo del codice tributo 6900. Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria si occuperà di stilare una lista dei soggetti aventi diritto al bonus (che sarà possibile riscuotere il prossimo anno 2021). C’è poi anche una seconda fase con scadenza 31 gennaio 2021 entro la quale andrà inviata una “dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati”.
Per quest’anno il tempo stabilito per la presentazione della comunicazione è dal 1° al 30° settembre 2020. Tuttavia le domande risalenti al periodo fino al 31° marzo 2020 sono tutt’ora legittime e saranno prese in carico in modo automatico.
Obiettivi finali
Sono stanziati 50 milioni di euro per gli investimenti su quotidiani e periodici e 35 milioni per le emittenti radiofoniche e per le televisioni, per un totale di 85 milioni di euro. Lo scopo del Bonus Pubblicità è abbastanza evidente.
Mira ad incoraggiare e favorire gli investimenti pubblicitari nel mondo dell’editoria, quindi su televisione, radio e soprattutto giornali, anche digitali e di conseguenza facilitare, per quanto possibile, lo sviluppo attraverso il risparmio sulla pubblicità, di imprese e professionisti. In questo modo si cerca di dare una spinta, un incentivo al settore dell’editoria e della stampa che da tempo aspetta un’attuazione della riforma e che purtroppo ha risentito non poco, come d’altra parte molte altre sfere, dell’emergenza Covid-19.
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