La riforma del catasto è ormai alle porte. A inizio ottobre, infatti, il Governo ha approvato un disegno di legge delega che, tra le altre cose, contiene le linee guida per una significativa revisione del sistema catastale. Ma cosa prevede questo testo e cosa cambia effettivamente? Inoltre, trattandosi di un semplice disegno di legge, quando le eventuali modifiche entreranno davvero in vigore?
Cosa Prevede la Nuova Riforma del Catasto
Il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei Ministri tratta della riforma del catasto all’articolo 7. Le previsioni ivi contenute sono essenzialmente due, entrambe piuttosto rilevanti.
La prima, affrontata nel primo comma dell’articolo, riguarda la modernizzazione degli strumenti di controllo e di individuazione di terreni e fabbricati. Il fine di questo rinnovamento è semplificare ed accelerare un duplice processo. Da un lato, l’emersione di immobili non censiti o abusivi. Dall’altro, la corretta classificazione di terreni edificabili registrati come agricoli e di immobili che non sono accatastati nella giusta categoria. Sempre secondo l’articolo, questo sforzo di efficientamento del sistema catastale dovrebbe avvenire incentivando le attività di verifica dei Comuni e la condivisione dei dati tra questi ultimi e l’Agenzia delle Entrate.
La seconda previsione della riforma del catasto, invece, è contenuta nel secondo comma del già citato articolo 7 e riguarda un aggiornamento delle informazioni disponibili nel sistema catastale. A partire dal 2026, infatti, a ogni unità immobiliare andrebbe attribuito, oltre alla rendita catastale già esistente, un valore patrimoniale e una rendita basati su valori di mercato. Questi nuovi dati, per quanto riguarda gli immobili urbani, andrebbero poi periodicamente aggiornati tramite appositi meccanismi di adeguamento. Inoltre, in riferimento a immobili di interesse storico o artistico l’articolo prevede riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario. Ciò in virtù delle specifiche spese di manutenzione e conservazione che i proprietari di questi immobili sostengono. Il disegno di legge, infine, stabilisce che le nuove informazioni rilevate per il sistema catastale non vengano impiegate per determinare i tributi che si basano sulle attuali risultanze catastali.

Cosa Cambia
Per quanto riguarda la prima previsione della riforma, è chiaro che il Governo vuole dichiarare guerra ai cosiddetti “immobili fantasma”, o comunque ai beni immobiliari non correttamente accatastati. Per questo, è verosimile che nei prossimi anni si intensifichino gli sforzi della pubblica amministrazione in tal senso. Comunque, per avere un quadro più chiaro sui tempi e le modalità di questi interventi bisognerà aspettare i decreti legislativi.
D’altro canto, per quanto concerne la parte relativa ai nuovi dati sugli immobili, basati su valori di mercato, si possono sottolineare alcune cose. Innanzitutto bisogna dire che essa si applicherà solo a partire dal 2026. In ogni caso, poi, stando al sottotesto del disegno di legge, il punto della questione è esclusivamente avere a disposizione un maggior numero di dati e assicurarsi che questi siano aggiornati e affidabili. Il Governo non ha nessuna intenzione di aumentare le tasse, come è stato ribadito dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi. Del resto, come si è visto, lo stesso disegno di legge esclude che i nuovi valori possano incidere sulla base imponibile dei tributi.
In ogni caso, la disponibilità a partire dal 2026 di una stima ufficiale del valore di mercato di ogni immobile potrebbe costituire un’informazione preziosa non solo per il Fisco ma anche per i privati cittadini. Ciò potrebbe effettivamente avere delle ripercussioni sui mercati immobiliari, ma naturalmente è impossibile fare previsioni a lungo termine a riguardo.
Quando Entrerà in Vigore
Il disegno di legge delega sulla riforma fiscale, contenente anche la revisione del Catasto, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021. A questo punto, esso deve essere approvato da Camera e Senato, verosimilmente entro la fine dell’anno. A partire dall’entrata in vigore, che avviene entro quindici giorni dall’approvazione, il Governo ha 18 mesi per emanare i decreti legislativi. Solo in questi documenti saranno contenute le previsioni effettive che stabiliranno nel dettaglio la riforma del Catasto. Comunque, questi decreti legislativi dovranno attenersi alle indicazioni contenute nella legge delega, ovvero alle previsioni che si sono esposte finora.
Catasto: Cosa Cambia per IMU e Prima Casa
Per quanto riguarda l’IMU e in generale le imposte sulla prima casa, secondo il disegno di legge la situazione attuale dovrebbe restare immutata. Le imposte che si pagano sull’acquisto della prima casa, infatti, così come il calcolo dell’IMU, si basano sulla rendita catastale già esistente. Perció, come previsto espressamente dal disegno di legge, il loro importo non verrà influenzato dalla disponibilità dei nuovi valori di mercato degli immobili prevista dalla riforma. Naturalmente, questo non significa che da qui ai prossimi anni i Comuni non possano intervenire sulle aliquote IMU. Questo eventualità, tuttavia, è in ogni caso indipendente dalla riforma del catasto.