In Italia è in arrivo un “caro prezzi” sulle materie prime. L’aumento interesserà prodotti come pasta, pane, farina e derivati, a fronte di un vero e proprio boom dei rincari. I prezzi si prevede aumenteranno notevolmente, tanto da aver convinto la Federconsumatori ad inoltrare una segnalazione all’Antitrust. Una segnalazione che, come vedremo, è incentrata sulla verifica di “sussistenza di ipotesi di cartello” sui prezzi dei diversi prodotti alimentari. Un fenomeno simile si verificò anche nel 2008, riporta la stessa Federconsumatori. Rimanendo alle settimane attuali, a quanto ammontano i rincari in arrivo? E quali sono le cause del rialzo dei prezzi?
Gli Aumenti in Arrivo su Pane, Pasta e Farina
Partiamo da una delineazione delle quote dei rincari, in modo tale da far chiarezza sull’attuale situazione economica. In primo luogo, va evidenziato come gli aumenti di luce e gas, oltre che di carburante, hanno determinato – in parte – il rialzo dei prezzi. Il fatto ha provocato un effetto a cascata, tanto da provocare i rincari suddetti. Già, ma di che rialzi stiamo parlando? Tenendo in considerazione la farina, ed esaminando il periodo specifico tra marzo e ottobre 2021, il prodotto ha fatto segnare un aumento del 38%, superando la quota dell’euro (prezzo a 1,09€ al chilo). Discorso simile va condotto per la pasta integrale: il rincaro, in questo caso, ha toccato una percentuale del 33%, a fronte di un prezzo pari a 2,90€. E non è finita qui. Il prezzo del pane è salito dell’11%, facendo segnare un costo pari a 3.86€ al chilo.
A fronte della situazione descritta, Federconsumatori si è mossa fin da subito. In una nota prodotta dall’associazione, si è fatto riferimento al rincaro dei prezzi dovuto all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. In merito alla farina, ad esempio, si è toccato persino un rialzo del costo pari all’81%, tale da far richiedere un’interrogazione parlamentare. Il motivo di un simile allarme, oltre alle pesanti ripercussioni economiche sul portafoglio degli italiani, è dato dalle possibili speculazioni in grado di colpire i prodotti, con prezzi che, in una situazione simile, potrebbero schizzare ancor più alle stelle.

Le Cause degli Aumenti
Abbiamo visto come i rincari interessino materie prime di natura essenziale sul piano dei consumi. Già, ma a cosa vanno deputati i rialzi qui descritti? In precedenza si è fatto riferimento agli aumenti di natura energetica. Un produttore di farina, ad esempio, si vedrà costretto ad aumentare il costo del proprio prodotto a fronte di un aumento complessivo relativo alle spese per la produzione dello stesso (si pensi, nel dettaglio, a un costo maggiore riferito al consumo di elettricità). Discorso analogo per gas e carburante, che influiranno in modo non indifferente sui costi generali, rispettivamente, per la produzione e il trasporto della merce.
Vi sono altre motivazioni in gioco? Certo che sì. A influire sul costo finale delle materie prime vi è anche l’aumento generale del trasporto stesso. Il noleggio dei container, a causa dei problemi provocati dalla pandemia, comporta una spesa più elevata che in precedenza. Inoltre, si evidenzia una minore disponibilità delle scorte in relazione alla domanda delle stesse. Da un rapporto prodotto da ISMEA, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, è emerso che in Ucraina si è verificato un calo dei raccolti, in un paese da cui spesso proviene una quantità non indifferente di scorte di grano; e non solo: la decisione della Russia di ridurre le esportazioni avrebbe provocato ulteriori conseguenze a catena, ricadenti sui prezzi finali delle materie prime.
E a coloro che si chiedessero quale sia il destino del grano italiano, si risponda che il prodotto nostrano soddisfa solamente il 36% della domanda interna; da ciò ne deriva la necessità di affidarsi agli altri per il soddisfacimento dell’intera domanda nazionale.
La Segnalazione all’Antitrust
Alla luce di quanto riportato, Federconsumatori si è mossa come descritto in precedenza. La segnalazione all’Antitrust è avvenuta sul confronto con una situazione simile di una decina di anni fa, al fine di scongiurare che sussistano ipotesi di cartello sui prezzi dei singoli prodotti alimentari. Ulteriori fenomeni speculativi, infatti, non potrebbero che aggravare in modo evidente i rincari in atto, con aumenti che si ripercuoterebbero sulle famiglie (oltre che sull’intero sistema produttivo). Le categorie più colpite, in particolare, hanno già fatto sentire la loro voce.
A tal proposito, il presidente di AssoPanificatori Davide Trombini ha evidenziato che il prezzo delle materie prime, da un anno ad oggi, è ancora in costante aumento, il che ha portato l’associazione stessa ad assorbirne il costo effettivo. L’operazione è stata adottata per evitare rincari sui consumatori finali, ma la prassi non risulta essere più attuabile. I prodotti aumenteranno di prezzo, e i clienti si vedranno costretti a sostenere una spesa maggiore per la merce interessata. Tuttavia, ha spiegato Trombini in un’intervista a Repubblica, i prezzi non potranno essere innalzati più di tanto. A fronte di aumenti eccessivi, infatti, il rischio è quello di perdere clienti, che opterebbero per soluzioni dai costi minori. Un esempio è dato dal pane surgelato, un’alternativa meno costosa (ma di qualità inferiore) rispetto al pane fresco. Detto ciò, non resta che rimanere in attesa di un’eventuale indagine parlamentare sui prezzi delle materie prime, in modo tale da far luce su possibili speculazioni.